Aðalval
LE PIETRE PARLANO: Percorso di lettura simbolica della facciata
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Come il volto di una persona, così la facciata di una chiesa manifesta quello che è celato al suo interno, è un invito ad entrare nell'intimo di un mistero e a scoprirne le profondità.
Il finto portico, o nartece, che percorre tutta la larghezza della facciata, quasi come un fresco pergolato di foglie d'acanto sorretto da quattro colonne, invita a rifugiarsi alla sua ombra riecheggiando le parole di Gesù: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò" (Mt 11,28).
Una teoria di piccole palme, molte delle quali recanti un volto umano, fanno da corona al nartece e, quasi in una finta prospettiva, si lasciano intravedere come un'oasi di ristoro, di comunione e di pace. Nascosta fra le palme, un'aquila pronta a spiccare il volo, sembra impaziente di afferrare con i suoi artigli il viandante terreno per condurlo alle altezze del cielo.
Agli spigoli della facciata i due leoni, emblema di Cristo vincitore del male e della morte, si sporgono come rostri di una nave e fanno bella mostra di sé e della loro regale signoria.
Essi infatti sono i guardiani della soglia, le ruggenti sentinelle della porta, il cui compito è quello di ricordare a chi si dispone ad entrare, quanto temibile è il passo che sta per compiere. E' la soglia che separa questo mondo dall'altro mondo, quello di Dio e chi si pone di fronte ad essa lo deve fare con lo stupore del patriarca Giacobbe: "Quanto terribile è questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo" (Gen. 28,17).
La porta centrale, affiancata dalle due laterali, non è semplicemente un varco architettonico, ma un vero e proprio simbolo di Cristo che ha detto: "Io sono la porta delle pecore, se uno entra attraverso di me, sarà salvo" (Gv 10,7-
Davvero questa è la "porta del cielo" secondo quello che Gesù aveva detto proprio a Natanaele (Bartolomeo): "Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo" (Gv 1,51).
Il sole, nel suo sorgere e tramontare quotidiano, come pure nel suo salire e scendere annuale, ritmato dai due "punti di virata" dei solstizi, rivela il senso stesso del tempo e della storia segnata dalla nascita di Cristo, annunciata da Giovanni Battista e dal suo ritorno glorioso alla fine dei tempi, evocato dall'Apostolo prediletto nel libro dell'Apocalisse.
Anticamente le due porte laterali erano dedicate ai due santi omonimi: quella di sinistra a Giovanni Battista, la cui festa cade il 24 giugno, e quella di destra a Giovanni Evangelista, festeggiato il 27 dicembre, rispettivamente in prossimità del solstizio d'estate e d'inverno.
Si entra quindi per la porta del Battista come peccatori, e si esce da quella del discepolo prediletto come santi: al di là di quelle porte l'indicibile incontro con il Dio-
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