Aðalval
Natale è festa di luce.
Proprio nel periodo più buio dell’anno si accendono le luci della festa più attesa, la festa alla quale è difficile sottrarsi.
C’è un insopprimibile bisogno di luce nella vita dell’uomo, un bisogno profondo, più impellente del cibo, persino più necessario dell’aria che respiriamo.
“In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso” (Gn 1,1-
Senza la luce la creazione non ha senso, è un abisso di tenebre insopportabili, la vita non germoglia. Senza la luce, soprattutto, non possiamo vedere il volto dell’altro e nemmeno il nostro, né tantomeno il volto di Dio. Fin da bambini il buio evoca la solitudine e l’abbandono, lo smarrimento e la paura. Per questo Dio quasi si precipita a creare la luce: “Dio disse: “Sia la luce!” E la luce fu” (Gn 1,3).
Il prologo del Vangelo di Giovanni, che ascoltiamo nella liturgia del giorno di Natale, lo dice chiaramente: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,1.4-
Ogni anno sembra impossibile che ci sia la voglia di far festa, di accendere le luci del Natale poi, improvvisamente, ecco le luci che pian piano cominciano a brillare. Del resto la luce si accende proprio quando è notte, non quando è giorno!
Accendendo anche un piccolo lume, diamo un volto alla speranza, voce alla preghiera.
Nel giorno del solstizio d’inverno, il 21 dicembre, quando le ore di luce sono al minimo, la Chiesa, fatta voce di ogni creatura, scioglie la sua invocazione:
“ O Astro che sorgi,
splendore della luce eterna, sole di giustizia:
vieni, illumina chi giace nelle tenebre
e nell’ombra di morte”.
E Dio risponde con la parola pronunciata all’inizio della creazione, con la sua ultima e definitiva Parola: il suo unico Figlio. Ci consegna la lampada che rischiara e risplende, la luce che entra nel cuore e illumina la vita, il fuoco che scalpita nell’attesa di incendiare tutto e illuminare a giorno anche gli anfratti più oscuri, i meandri più neri delle difficoltà insuperabili.
Di nuovo Dio dice: “Sia la luce”. Ed è Natale.
Don Luca